lunedì 14 ottobre 2013

L'ascesa al dio Vesuvio.

Difficoltà tecnica:  skill Medio                                                                        Tempo: 5 ore 13 minuti

Distanza percorsa: 21,77 Km                                                                         Tipologia: Anello

Dislivello in ascesa accumulato:  984 m                                                        Alt. Max: 1220 m   

Dislivello in discesa accumulato: 984 m                                                        Alt. min:  236 m   


Per buon augurio, come si dice, a mo di rito propiziatorio, iniziamo questo anno di escursioni con una grattata. No vabbè, si scherza. Per ingraziarci il favore degli dei abbiamo deciso di andare da quello che, insieme a Maradona, alla pizza e al Napoli, è uno delle divinità pagane dei napoletani: cioè il Vesuvio. Il Vesuvio, il creatore di tutte le cose visibili e invisibili di questa provincia. Dal tufo nascosto sotto terra, alle case costruite in superficie.

Diciamo che è cominciata abbastanza bene, dovevamo partire alle 7, ma visto lo "scatafascio" d'acqua venuta giù la partenza è slittata alle 9. Abbiamo scelto un percorso alternativo a quello che porta alle pendici della bocca del Vesuvio, proprio per fare anche un po’ di escursionismo nei boschi del monte Somma. Siamo saliti partendo da Ottaviano ed esattamente da La Valle delle delizie per proseguire lungo la Valle del Diavolo (quindi in ogni caso la grattata ci voleva). Percorso quasi tutto trai boschi e ricoperto dai tipici lapilli neri. Per strada abbiamo trovato molti aghi di pino e ricci con castagne, tutti buttati lungo il percorso. Una vergogna. Bisogna segnalarlo ai grillini in parlamento per fare un’interrogazione parlamentare. E’ scandaloso che questi percorsi siano ridotti così dallo scarso rispetto per l’ambiente di pini e castagni. A parte gli scherzi, dopo una lunga salita sul fianco del monte Somma seguendo il percorso N.1 del Parco Nazionale del Vesuvio, ci siamo ritrovati nel vecchio cratere Somma-Vesuvio. Il tempo di renderci conto di avere una bomba sotto il culo e "tranquillamente" abbiamo proseguito lungo il fianco del vulcano. Arrivati sulla bocca abbiamo scoperto un fatto che ormai non ci sorprende più: eravamo saliti abusivamente. Per visitare il Vesuvio avremmo dovuto pagare un biglietto che, salendo da dietro non abbiamo pagato e in più, per attraversare quel lato del monte Somma avremmo dovuto avere un’autorizzazione della forestale. Esclamazione: Vabbè ma noi mo ci siamo fatti tutta sta strada e non ci possiamo vedere manco il Vesuvio?... Ci mancherebbe, questa cosa sarebbe successa in Germania, a Napoli pure le guide tengono un cuore. Così ci siamo visti pure la bocca del Vesuvio. Il ritorno in discesa è stato molto più leggero della salita (ovviamente). Tutto questo per dire: qualsiasi napoletano dovrebbe, almeno una volta nella vita, salire sul Vesuvio, come una specie di pellegrinaggio alla mecca insomma.
E come dicono gli escursionisti femminielli: cieli sereni.

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